…Nei coloratissimi e iperrealisti acrilici su tavola del fantomatico Dorian X, fanno bella mostra, sfacciati e pieni di sé, enormi, smisurati e turgidi falli: icone gay, trattate con atteggiamento più ironico che provocatorio, ludico e allegramente osceno, ma non privo di intenti di sottile denuncia, almeno a giudicare dal titolo, all’apparenza esoterico e incongruo: Kali Yuga. Secondo la dottrina induista Veda dei cicli cosmici, l’attuale fase storica, Kali Yuga, è un’era di sfiga, l’era corrotta del materialismo, della perdita dei valori, della morte spirituale, della disputa, della discordia e della confusione, l’era delle tenebre rappresentate da Kali, la shakti tremenda di Shiva, il distruttore… E perché mai ci tocca questo calvario di sofferenze, vi chiederete? Per raggiungere una catarsi, dovuta al fatto che l’uomo è decaduto e, vittima della materia, ha perso le sue prerogative divine e la virtù. Dove poter intendere la capacità dell’uomo di comprendere il messaggio dell’Assoluto, la funzionalità della creazione. La virtù persa dell’uomo, secondo Dorian X, si direbbe essere la “gaiezza”… la pulsione erotica omosessuale che ha nel cazzo il suo assoluto e, metaforicamente, il passepartout cosmico per schiuderci alla redenzione intesa come presa di coscienza e libera affermazione…che in quest’epoca di merda (eterosessuale) della dea Kali è la libera sessualità. Si può condividere o no questo messaggio, se poi è questo il messaggio di Dorian X (personaggio peraltro ironico, colto e molto spiritoso); comunque…. si possono nel mentre ammirare i suoi giocosi quadri…..godere della citazione orientaleggiante e del grottesco (grandiosa la rilettura dello Zodiaco in chiave pesantemente fallica), il parossismo delle dimensioni (altro che Tom of Finland e Rob Klarke!) e l’iperbole pop, in tele più affollate e complesse che, trent’anni fa, non avrebbero affatto sfigurato sulle copertine di un lp di Santana, Jimi Hendrix o dei Grateful Dead.
Da: Delta di Venere / “L’Era del Grande Cazzo” di Sergio Pomati / Milano, Settembre, 2003


Dorian X dipinge su tavola, usa colori acrilici e si ispira alla pittura rinascimentale e ai maestri fiamminghi. Quadri pieni di dettagli che impreziosiscono scene affollate di situazioni oniriche che ricordano Bosch e Bruegel, ma infinitamente più colorate. Al classico, Dorian X mischia il gusto dell’illustrazione moderna. L’erotismo governa sovrano, prepotente è l’immaginario gay più irridente, che emerge e si fa spazio tra corpi e paesaggi. Sesso ironico, goliardico a volte, che si sposa, anche con provocatorio stridore, a riferimenti mitologici, a soggetti agiografici classici, a simboli di altre culture (indiana in primis). A questo fa da contrappunto la denuncia alla società occidentale: il titolo della mostra Kali Yuga corrisponde all’era contemporanea… E tra i tanti interessi del misterioso artista c’è quello per l’astrologia dal quale deriva l’ispirazione per i dodici dipinti della serie dei “cazzi astrologici”…
Da: NU magazine / Kali Yuga di Silvio Andrei / Milano, Ottobre 2003


Decisamente anomala, la mostra dei quadri in esposizione presso la galleria Babele di Milano. L’artista, Dorian X…. Propone i segni dello zodiaco incrociandoli, in tutti i modi, con membri virili in erezione. Una proposta decisamente destinata a chi non si scandalizza facilmente, ma che non può certo essere accusata di mancare di impatto visivo…
Da: Pride / Lo zodiaco perverso / Milano, Ottobre 2003


Dorian X è un giovane pittore apparso sulla scena della nuova figurazione con una personalità artistica molto decisa; dipinge con colori acrilici su tela, su legno o su tavole sagomate con uno stile in parte ispirato alla pittura rinascimentale o fiamminga. L’arte apocalittica e visionaria di alcuni pittori statunitensi contemporanei come Joe Coleman, o quella dissacrante di Robert Williams, che fanno delle proprie creazioni artistiche uno strumento di critica sociale, costituiscono un adeguato termine di paragone per l’artista. Il suo immaginario è prepotentemente dominato dalla sessualità, o meglio dal tema della potenza sessuale come forza propulsiva di tutto ciò che esiste. Il sesso, insieme ad una dissacrante ironia, è posto alla base di ogni invenzione. Ma la sua opera è anche intrisa di riferimenti simbolici che rivelano una considerevole cultura in campo umanistico.
Da: CityBologna / Kali Yuga di Enrico Costanza / Bologna, 31, 10, 2003


Dorian X è lo pseudonimo di un artista piuttosto noto che desidera però rimanere nell’ombra quando affronta tematiche che differiscono da quelle da lui solitamente trattate, come in questa esposizione di una serie di acrilici su tela che, nel ritrarre il corpo maschile senza timori e né veli, mettono in evidenza l’amore dell’artista per la pittura fiamminga, per i miniaturisti e per soggetti classici, agiografici e astrologici. Di particolare interesse è il ciclo dedicato ai segni dello zodiaco che vi proponiamo in anteprima… Dorian X comunica esclusivamente tramite e-mail. Non si sa dove viva, lavori, si aggiri. Predilige i musei, le pinacoteche, le mostre, le antiche cattedrali e i monasteri, ma non disdegna locali di infimo ordine dove ama confondersi con gli avventori più reietti. E’ grande conoscitore delle tecniche pittoriche antiche, delle composizioni dei pigmenti, delle velature e delle bruniture delle foglie di metalli preziosi. E’ abile artefice di sottili mutazioni di forme non solo sulle tele dei suoi dipinti, ma anche nel proprio corpo. Quasi trasformista non disdegna aspetti al limite del freak…. Pur non apparendo per nulla pedantesco nella conversazione o negli interessi, né accademico nello stile artistico, con sé porta spesso imponenti tomi dei più esoterici autori di scienze occulte…. Adesso pare anche stia scrivendo un romanzo, che sarà un thriller metafisico con omicidi rituali che ricordano le modalità delle orribili pene medioevali per i sodomiti…
Da: Babilonia / Lo “Zodiaco in esposizione” di Carlo Mercandalli / Milano, Ottobre 2003


Miti classici, riferimenti simbolici e letterari in un crescendo fantasy e paradossale. L’immaginario di Dorian X, giovane artista della nuova figurazione italiana, è onirico e carico di dettagli prepotentemente sessuali. L’artista dipinge con colori acrilici su tela, legno e tavole sagomate, e accosta l’immaginario gay all’arte neo pop americana.
Da: ARTE Mondadori / a cura di Cristiana Campanili e Maurizio Sciaccaluga / Milano Novembre 2003


Diceva Carl Gustav Jung che l’arte si divide in due gruppi: c’è un’arte “psicologica”, che è quella che parla chiaramente all’orecchio dell’uomo in modo diretto e deciso. Romanzi, drammi, film: oggi come oggi, la stragrande maggioranza dell’arte è arte psicologica. C’è poi quella che Jung chiama “Arte archetipica”. Essa non dice alla mente dell’uomo, non comunica alla sua intelligenza, né proviene da essa. L’Arte archetipica si riferisce al Sé, alla totalità insita nell’uomo, alla sua energia infinita. E’ preindividuale, preumana, potentissima. Il passato ci ha fornito miriadi di capolavori archetipici, dai mandala tibetani ai trionfi della pittura europea che dipingeva, incantando milioni di fedeli, l’inferno, il paradiso, la fine del mondo. “Apocalypse painting” vuole segnare un ritorno verso quella primigenia potenza visionaria che dovrebbe avere l’arte. Sei artisti: Dast, De Filippis, Dorian X, Jack, Mamma Ferox, Morg, tra espressionismo, suggestioni naif e neopop statunitense. Tutti figurativi. Un solo tema: l’apocalisse ai nostri giorni…
Da: ZERO 6 / Apocalypse Paintings di Osvaldo Mars / Roma, Maggio 2005


Il titolo della mostra “Apocalypse Paintings” rivela i contenuti visionari e talora estremi delle opere esposte. Chi ispirato alla pittura rinascimentale e dal surrealismo di Bosch (Dorian X), chi dalla pittura espressionista, chi rimescola coi colori brillanti dell’arte neopop americana…. Gli artisti traducono sulla tela, con cura meticolosa e non senza ironia, le cupe vicende della nostra epoca, ambientate in luoghi misteriosi in cui gli uomini si dibattono tra i valori dello spirito e le leggi della materia. L’opera di Dorian X è profondamente intrisa di riferimenti simbolici, letterari e mitologici che rivelano la sua considerevole cultura in campo umanistico. In alcuni dipinti è esplicito l’intento di rappresentare una personalissima e spettacolare cosmogonia contemporanea con uno stravagante immaginario gay dei nostri giorni….
Da: BLUE / L’Apocalisse prossima ventura di Dario Morgante e Cristiano Armati / Roma, Giugno 2005


Dorian X artista italiano, irònico, provocador, con una fantàstica e irònica imaginaciòn no pudo resistir plasmar con su divino arte lo que para él (y por que no decirlo, para muchos) serìa una esplicaciòn del odio mas que manifesto que fluye de Joseph Rat contra todo lo que tienen que ver con los homosexuales. Quizàs una mala esperiencia, un sueno homo eròtico reiterado debido a la falta (nunca lo sabremos realmente) de relaciones sexuales pou una auto-impuesta castidad (se supone que cumplida), podrìan ser la explicaciòn que todos buscamos sobre su actitud. Muestra del amor de Benedico XVI hacia los gays y lesbianas fueron las declaraciones que realizò dos dias antes de que Italia saliera a la calle a pedir una ley de parejas civiles, condenando pùblicamente el aborto y el matrimonio homosexual. Italia es de los pocos paìses que aùn se resiste la doctrina del catolicismo màs rancio que defiende Rat, aunque por suerte ya no se limitan a callar a quienes no comparten sus ideas, por fin salen a la calle y se expresan por todos los medios, incluido el arte. Dorian X està convencido y plasma en su obra las habladuriàs callejeras (dice el refràn <>) de las orgìas de los purpurados y toda su corte, plasmàndolas con toda su imaginaciòn. Nosotros no hemos querido perder la oportunidad de mostrar a nuestros lectores cual es la visiòn que tienen los gays y las lesbianas italianos de la inquisidora iglesia catòlica. Una imagen vale màs que mil palabras.
Da: GAY Barcelona / El inquisitor adorando al dios cruel /Barcelona, Febrero 2006


Venuto al mondo in una terra di matti, Dorian X è in pista da un bel po’. L’assonanza con i pop-surrealisti americane è più che visibile. Ma anche l’influenza di Joe Coleman – gigante del ritratto apocalittico – è determinante per le creazioni di questo visionario. Fallocrazia, teratofilia, quadri sinottici con dettagli modello “Giardino delle delizie”; un autore senza compromesso alcuno, già da anni nella premiata scuderia della Mondo Bizzarro. Deboli di stomaco e concettualofili vestiti Prada si astengano. Anzi, venghino prego, per una fulminea conversione sulla via della vera arte.
Da: ZERO 6 / Dorian X di Dion+ / Roma, Novembre 2007


SATYRICON – DORIAN X
Il titolo della mostra riprende il noto “Satyricon” di Petronio, che non rientra in un unico genere letterario, proprio come le opere di Dorian X non si restringono a un solo genere artistico. Possiamo quindi a ragione parlare di un Pastiche artistico che comprende più stili. Le assonanze tra il Satyricon di Petronio e quello di Dorian X annoverano due modelli: la Satira e la Parodia, che incrocia tempi, situazioni, personaggi, avvalendosi di un linguaggio schietto, per certi versi provocatorio, ma distante da qualsiasi intento moraleggiante o invettivo nei confronti della società. Non si consideri Dorian X un essere fisico, inutile proiettare in un’immagine corporea l’impressione che può derivare da un rapido sguardo alle opere. Mosaico di follia, ironia, arguzia, egli è un pungente nonché scaltro scanzonatore di un mondo immerso in una babele di contraddizioni di cui è al tempo stesso fonte e carnefice. Che l’Universo si trascini tra instabilità e incertezze d’ogni sorta è un fatto assodato; è un continuo avvicendamento di eccessi, asimmetrie , forzature, nelle quali l’uomo non riesce a riguadagnare l’empatia cosmica. Tutto questo fa parte dei corsi e ricorsi storici, difatti nelle opere presente e passato si intersecano nel ritratto di una contemporaneità che viene resa con espedienti che l’artista sa trattare con inconsueta estrosità; in questo senso la sua arte è davvero calata nello spirito dei tempi. Dorian X,che possiede la natura d’un satiro compare delle feste del dio Dioniso, è uno spirito che danza , ebbro e vorace, mai sazio di sperimentare con prontezza e audacia ogni pratica gli sia congeniale. Del satiro possiede la doppia essenza caratterizzata dalla fame di vita nel suo lato più godereccio e dalla maestria nel trattare di arte. La grande curiosità intellettuale gli ha consentito di acquisire un bagaglio culturale che si dilata da Oriente a Occidente, tra correnti religiose, filosofiche, culti astrali, mitologie, nonché una competenza di tutto rispetto nella pratica pittorica. Profondo conoscitore della storia dell’arte e dell’estetica, nella propria espressione artistica Dorian X, amante della scuola fiamminga, rievoca maestri come Bosch e Bruegel tanto nell’uso sfrenato dell’allegoria quanto nella riproposizione di quadri densi di situazioni dove si ritrovano una miriade di protagonisti, reali o fantastici, che creano veri e propri microcosmi notevolmente solidi nella loro struttura. Le creature di DorianX non sono solo però il frutto di una fantasia a briglia sciolta: esse hanno un riscontro nella cultura e nel folklore che hanno animato i secoli, anzitutto nella letteratura nordica e in quella araba, abbondanti di allegorie, simbologie e onirismi. Non solo, i personaggi realmente esistenti sono essi stessi “simboli”, pertanto non c’è alcuna volontà di inveire contro uno o l’altro, quanto l’intenzione di comprovare come guerre, fanatismi, violenze, ma anche erotismi, giochi di seduzione, la carnalità gaudente sono da sempre presenti nel cammino dell’umanità. Certo si sono manifestati di volta in volta con criteri diversi, e ,mentre nei secoli passati molto era taciuto, oggi l’informazione globale ci consente di venire a contatto con mondi tangibili, che l’artista restituisce con tutto il proprio spirito goliardico, che non esito a definire “multistrato”. Ne “I martiri contemporanei” vengono interpretati tre casi attuali di supplizio: la paura della malattia e l’abbandono a se stesso di chi ne è affetto, una donna con il volto rovinato dall’acido che prosegue la sua esistenza portandosi addosso il proprio fardello, e l’uomo condannato con la pistola alla testa. Fatti di cui sentiamo parlare ogni giorno, da ogni parte del mondo, realtà evidenti alle quali siamo talmente avvezzi da esserne saturi, quasi annoiati… Dall’altro lato, nelle opere “Eros e Psiche” e “La nascita di Venere”, che inquadrano in una rappresentazione farsesca e umoristica i celebri miti della grecia classica, abbiamo due esempi lampanti dello spirito ridanciano che anima DorianX. Nel primo una lasciva Psiche bionda e candida dischiude la sua rosa verso un Eros di colore, legato a lei da un drappo rosso, mentre sullo sfondo si intravede un’esplosione atomica. Ne “La nascita di Venere” uno scaltro Zefiro solleva Venere dalle acque con un gesto malizioso ma di sicuro non rifiutato dalla dea. La sessualità è vitalità, gioco, forza, elemento naturale dell’essere umano. Essa va vissuta con gioia in tutte le sue declinazioni, con piacere e diletto.
Questo il Mondo di DorianX, questi i modi in cui lo rappresenta…. Vi piaccia o meno, Fate Vobis !
REBECCA DELMENICO
Introduzione alla personale Satyricon / Pietrasanta, Gestalt Gallery, 15 maggio 2010


In What a Wonderful World,di Dorian X, sono prevalentemente raccolte le opere dell’artista di dimensioni contenute, ma non perciò meno espressive.
Già il titolo della mostra richiama la canzone resa famosa da Louis Armstrong, e manifesta chiaramente la forte ironia che pervade le opere esposte.
Un’ironia amara, a tratti ferocemente critica verso la rappresentazione di una società che si sforza in tutti i modi di apparire perfetta e gioiosa, invece
nasconde una realtà miserevole e spietata.
Dorian X è un artista che cura il significato dell’opera più della superficie dipinta, impegnato a dipingere ciò che effettivamente non si nota o si preferisce
non vedere. Forse è anche questo il motivo per cui in questa serie di opere appaiono di frequente i supereroi più popolari
dell’immaginario occidentale, Batman e Superman. Eroi salvifici, prossimi alla santificazione, figure ideali piene di buona volontà, però impotenti
davanti all’ipocrisia di un mondo decaduto in cui l’Essere, sviliito del suo significato più profondo, dimenticò i propri valori originali.
In questo Mondo Meraviglioso, l’Essere fu sostituito dall’Apparire, consolazione degli sciocchi, dei businessmen e dei politici di tutto il mondo. Un mondo in
cui pochi potenti con il sorriso sulle labbra e il coltello in pugno, ordinano all’intero pianeta un solo bene supremo, il profitto.
da: What a Wonderful World – press a cura di Noi Siamo Noi (Adriana Guerrini, Giovanna Longo, Zazi Chabani)


L’associazione Noi siamo noi, di Adriana Guerrini, Giovanna Longo, Zaira Chabani, presenta “What a Wonderful World”, opere di Dorian X, a cura di Pietro Franesi.
La mostra che sarà inaugurata questa sera alle 17, durerà fino al 7 dicembre negli spazi della Galleria 291. In What aWonderful World di Dorian X sono
prevalentemente le opere dell’artista di dimensioni contenute, ma non perciò meno espressive. Già il titolo della mostra richiama la canzone resa famosa
da Louis Armstrong e manifesta chiaramente la forte ironia che pervade le opere esposte. Un’ironia amara, a tratti ferocemente critica verso la rappresentazione
di una società che si sforza in tutti i modi di apparire perfetta e gioiosa, invece nasconde una realtà miserevole e spietata. Dorian X è un artista che cura
il significato dell’opera più della superficie dipinta, impegnato a dipingere ciò che effettivamente non si nota o si preferisce non vedere. Forse è anche
questo il motivo per cui in questa serie di opere appaiono di frequente i supereroi dell’immaginario occidentale.
da: Il Tempo / 29 Novembre 2013
La Rabbia di Dorian X sulle note di Armstrong


“What a wonderful world” cantava Louis Armstrong e Dorian X gli farà provocatoriamente eco alla Galleria 291 Est con una mostra di opere in piccolo formato ma estremamente graffianti e dall’amara ironia.
Alla gogna un mondo di finta perfezione e apparenza, mera superficie ricca di crepe oltre le quali giace il marcio. L’immaginario di Dorian X è una bolgia dantesca, angusto affollarsi di insidie dietro ogni angolo.
“Dorian X è un artista che cura il significato dell’opera più della superficie dipinta….(citazione)….”
da: www.ilmuromag.it
What a wonderful World, opere di Dorian X


Gli eroi ironici e feroci di Dorian X alla Galleria 291 EST di San Lorenzo
Gli eroi salvifici di Dorian X sbarcano alla Galleria 291 Est di San Lorenzo con la personale What a Wonderful World: I paladini dell’artista milanese sono prossimi alla santificazione, figure ideali piene di buona volontà,
però impotenti davanti all’ipocrisia di un mondo decaduto.
Dorian X cura il significato dell’opera più della superficie dipinta….(citazione)
da: Gli eroi ironici e feroci di Dorian X alla galleria 291 –
YouTube videos- La Meridiana Notizie 2 Dicembre 2013


The Don Gallery presenta Cinema Inferno. Una macchina per produrre sogni e incubi che chiamiamo realtà, a cura di Giacomo Spazio, inaugurazione giovedì 8 Maggio.
Cinema Inferno ci spinge oltre la timorosa natura del mondo bidimensionale che a prima vista ci appare dalla pittura di Dorian X e Dario Arcidiacono lasciandoci esterrefatti.
Inutile nasconderlo, non è semplice cogliere in senso di un’epoca. Bisogna procedere per punti di vista, dettagli, particolari, assonanze, frammenti, riflessi,
cercando di fare luce sugli avvenimenti. Bisogna stabilire connessioni tra punti incredibilmente lontani tra loro per riuscire a descrivere una costellazione di situazioni, idee, paure, sogni, fantasie e incubi che popolano il nostro quotidiano vivere. L’Arte, ormai è chiaro, è il filo rosso che lega l’immaginario al reale, tra l’illusione e la lucidità. Essa nasce sempre nell’inquietudine.
Oggi, sappiamo con certezza grazie ai dati che abbiamo a disposizione che non abbiamo la minima idea di chi o che cosa abiterà il nostro futuro. Per quel che ne sappiamo le cose possono cambiare così in fretta, con tale violenza, tanto in profondità, che il futuro è una zona evanescente dove ogni valore è instabile. Per questo bisogna leggere nelle situazioni narrate dalle pitture che compongono Cinema Inferno il mutamento dei processi cognitivi; apprendimento, memoria, proiezione, immaginazione, spazializzazione, temporalizzazione. Il carattere provocatore delle immagini e l’originalità delle metafore contenute in Cinema Inferno, destano la nostra attenzione poiché l’arte è un radar.
Un sistema sismografico di individuazione a distanza, di allerta preventiva, ma anche di propagazione e di formazione della percezione collettiva e la sua forza è costituita dalla capacità di offrirci un mondo da guardare insieme. La pittura apocalittica di Dorian X e Dario Arcidiacono, designa la linea di forza che rappresenta la tensione estetica della vita, restando in ogni caso espressione di un’anima umana padrona di se stessa. Questa prospettiva, indicata da un non allineamento pittorico, chiarisce il complesso che tormenta e da vigore alla narrazione contenuta nella pittura e che inevitabilmente si scontra con le censure dell’adulto, con le incomprensioni di una società che chiede imitazione e obbedienza e non valorizza unicità, creazione e libertà. La pittura di Dorian X e Arcidiacono è una costruzione policroma e surreale che manifesta una straordinaria forza psichica, segnata da metafore, da deformazioni, da movimenti dinamici. Vitali e aggressivi. E’ lava liquida. Non è quindi, in termini di immagini visive, che si deve analizzare la pittura contenuta nei lavori esposti in questa mostra, ma in termini di immagini cinetiche. Bisogna giudicarle come un sistema estremamente ricco e dettagliato di informazioni. Il lavoro pittorico è rivolto non tanto a percorrere inediti sentieri stilistici e formali, quanto piuttosto a creare un linguaggio estremamente semplice e nuovo che trae linfa vitale dalla realtà ma che tuttavia la rifugge. Una metapoetica pop, il cui fondamento è nelle stesse forme che inventa. Vi sono innanzitutto soggetti, nei dipinti che compongono Cinema Inferno, che mostrano in modo esemplare la frenesia della metamorfosi e, soprattutto, la sua bizzarra “felicità”. Dopo avere assistito a “Cinema inferno”, conserveremo il fascino della vivacità e quello che non dice la mia presentazione, lo racconta il colore abbacinante delle opere esposte in questo plunderfonico show.
da: Cinema Inferno di Giacomo Spazio, presentazione per la The Don Gallery, Milano, Maggio 2014


Dario Arcidiacono e Dorian X – Doppia Apocalisse al Cinema Inferno
Nell’orrore di un’apocalisse a fumetti non si salva nessuno. Massoni mutanti che divorano carne umana, vescovi lubrici che da vampiri bramano il collo di procaci fanciulle, giudizi universali senza paradiso in cui ci si gode ognuno la propria felice dannazione: Superman, dittatori, scheletri e bambini. Non c’è salvezza ma molta allegria nel girone di Cinema Inferno, mostra curata da Giacomo Spazio che gioca in 18 opere con l’immaginario pop e underground di Dorian X e Dario Arcidiacono. Veronese senza età (ma dai capelli bianchi) e scrittore di quattro noir il primo, catanese del ’67 il secondo, vivono a Milano. Dorian X presenta tele a olio che hanno il gusto per una satira debordante dove soldi, religione e potere si trasformano in decine di piccole metafore da seguire in allucinanti composizioni. Arcidiacono invece si diverte con gli acrilici e un immaginario di mostri e chimere subumane, in cui spesso fa il verso alle locandine dei B-movie di fantascienza anni ’60 e ’70. In galleria anche una riproduzione della teca che su strada, in via Paolo Sarpi 26, da tre anni ospita i poster dei finti film V.M.14 di Arcidiacono. Da vedere al Cinema Inferno
Simone Mosca
La Repubblica/ Milano Cultura/ Sabato 10 Maggio 2014


Cinema Inferno è una mostra tutta da guardare. Una doppia personale in cui gli artisti narrano il nostro quotidiano senza veli, attraverso una fallace arte colorata-

Fuori c’è il sole, e nella tonante The Don Gallery si scatena l’Inferno! Un titolo una garanzia, Cinema Inferno è la mostra a cura di Giacomo Spazio, che vede come primi attori Dorian X e Dario Arcidiacono. I due artisti hanno ben chiara la propria arte, la loro meta è molto vicina al nostro quotidiano, quello vero! Che però spesso non vediamo. Camminiamo per lo spazio, bianco e regolato, ci guardiamo attorno e sulle pareti si accendono in sequenza immagini sfrontate e boriose. Ci fermiamo. Non capiamo cosa stiamo guardando, ma basterà poco. Una minuscola chiave di lettura ci aprirà un mondo nascosto, quel mondo che esiste, ma che i nostri occhi non vedono: “il cinema è un media fuorilegge, il nostro flash nella parte più oscura di noi stessi. La maggior parte delle persone non vedrà mai dal vivo un essere umano che fa sesso con un altro. Non vedrà mai un uomo che uccide. Il cinema è fondamentalmente trasgressivo, è il nostro occhio nel proibito”. Come già detto, basterà poco per penetrare la pittura di Dorian X e Dario Arcidiacono e analizzarne i contenuti fino a comprenderne e apprezzarne il senso. Fiutiamo che le situazioni narrate non sono null’altro che il risultato di acquisizione, memoria e illustrazione, ma come mai le guardiamo e non le riconosciamo? La pittura dei due artisti, forte ed energica, ci sconvolge. Immediatamente questo turbamento è un’automatica censura dell’uomo. Perbenisti? O finti perbenisti? Siamo tutti in grado di affermare che l’arte spesso nasce dal tormento, ma poi perché di fronte alle immagini crude ci nascondiamo? Ci nascondiamo dietro a una formichina perché grazie all’informazione oggi nulla è più segreto, semplicemente è più comodo non vedere! Ci scandalizziamo quando l’artista è portatore di eccessi poi però tradiamo la vergogna con gesti disumani. Cinema Inferno prima ci inganna, con i suoi colori vivaci, poi ci tradisce svelando un reale irragionevole, ma poi ci riconquista spiegandoci che stiamo solamente guardando quello che noi siamo… e solo guardandoci negli occhi possiamo risanare un mondo sgradito. Dorian X è diabolico nella sua pittura così dispotica ed evocativa. I suoi dipinti, di dimensioni non eccessive, ma sufficientemente appaganti, sono trasgressivi e raccontano amore, potere e morte. In una parola, la vita. Dario Arcidiacono s’imbatte in un’iconografia fantastica e horror fatta di personaggi immaginari che popolano le sue opere. Mutanti, sub umani, morti viventi, schiavi, tutti pronti a difendere il pianeta terra! Una bislacca meta-realtà che ci racconta cosa sta succedendo al mondo intero. Insomma, non è facile vedere quello che stiamo vivendo. E’ più facile parlare delle epoche passate, quelle che ormai leggiamo sui libri di storia, di cui ormai hanno definito i caratteri distintivi, ma forse uno sguardo più analitico può aiutarci a creare un mondo migliore. La conclusione? Bando all’ipocrisia, forse un mondo migliore non ci sarà, ma di certo queste immagini ci rimarranno scolpite nella memoria!
Martina Corbetta
Finissage Dorian X e Dario Arcidiacono, Cinema Inferno, The Don Gallery, Milano
EXIBART.com – Pubblicato sabato 7 giugno 2014


Dorian X è un uomo romantico.
Dorian X è un artista.
Dorian X è un grande artista.
Dietro le opere c’è un uomo. Mai dimenticarlo.
Dorian X guarda il mondo con gli occhi di un bambino. Non conosce le seghe mentali degli adulti.
Avete visto un bambino scandalizzarsi per un pene, una vagina, una testata di culo?
Lui dipinge ciò che il suo cervello vede grazie agli occhi.
I bambini, fortunatamente, non hanno inibizioni. Il suo non è un mondo fantastico, ma reale. Il sesso è l’icona del potere.
Gli uomini potenti fanno sesso, usano il sesso. Quelli normali, semplicemente, amano.
Lui ci racconta un mondo dove il potere ci controlla, ci annulla, ci manipola, ci abbrutisce.
Nonostante tutte le brutture e violenze che ci circondano esiste sempre una speranza, un cielo azzurro non contaminato dal potere, dove vivono gli elfi e i cavalieri. Non li vediamo, ma ci sono.
Un uomo/bambino saggio e irrimediabilmente educato e perbene. Mi stupisco sempre vedendo le
opere di Dorian. Mi stupisco dell’eleganza e della delicatezza con cui affronta scenari inquietanti e
Ma lo fa con una visione romantica della vita.
Mostruosi.
In questa mostra affronta un tema delicato, ma fondamentale: “come combattere la fame che
colpisce la maggioranza degli uomini e delle donne che vivono sulla terra”. Lui esce dall’ipocrisia,
dalle parole vuote che nascondono la difesa degli interessi dei potenti. L’Expo, se vuole davvero
uscire dal recinto dorato dei confini europei e delle così dette società avanzate deve dire a chiare
lettere che le attuali regole di mercato prevedono un mondo di affamati. Senza di loro non ci
sarebbero le grandi carestie, senza di loro non ci sarebbero gli esperimenti di virus letali, senza di
loro non si potrebbero corrompere i loro governi coi falsi aiuti umanitari. Ed allora lui dipinge il
mondo reale, i soldi, la corruzione, l’egoismo sono il motore che fabbrica morti di fame. Non sono
figli del destino, ma i prodotti di una società capitalistica che antepone il profitto al bene comune.
Un mondo dove da una parte ti ingrassano come un maiale sacrificale per poi curarti con le diete e
le operazioni chirurgiche e dall’altra parte ti rapiscono con la fame per poi riscuotere il riscatto in
sperimentazioni degne di essere perseguite come crimine contro l’umanità o in aiuti alimentari che
Lo racconta come può farlo un artista, usando il pennello per raccontare la vita reale. Certo
esistono anche decoratori che offrono il loro pennello ai potenti per pulirsi i denti, tra un crimine e
Lui, invece, è un artista a tutto tondo, figlio del rinascimento italiano. Nel suo DNA non scorre
l’acqua della pop art, ma il vino di Michelangelo e Caravaggio. Solo un grande artista può dipingere
Una mostra da vedere perché sono esposte opere stupende, per respirare ossigeno, ma anche per
ingrassano solo le multinazionali e le false associazioni umanitarie.
l’altro. Ma stiamo parlando di decoratori.
temi difficili con facilità.
rendere omaggio ad un grande artista.
2015 – Pietro Franesi


I Frammenti di cultura di Tony Graffio
24/25 Dicembre 2016: Buona Natività dallo Spazio
Nostra Signora degli Astronauti. Una Natività nello Spazio. Una delle più belle Madonne realizzate da Dorian
X.
Anche quest’anno “Frammenti di Cultura” augura buone feste a tutti scegliendo l’opera di un artista amico
del blog di Tony Graffio.
Non ho ancora intervistato Dorian X, ma considero la sua opera molto interessante, sia per i soggetti scelti,
che per la ricchissima simbologia utilizzata; per la libera espressione della sua anima e l’accurata scelta dei
colori impiegati.
Una volta contattato Dorian gli avevo espressamente chiesto una Natività Extraterrestre, visto che il suo
stile e gli argomenti trattati sono particolarmente in sintonia con i miei interessi. Invece: sorpresa, l’artista
veronese aveva già pronto il soggetto che volevo mostrarvi e del quale adesso vorrei dare una diplice
lettura essoterica/esoterica.
Il bene ed il male sono due forze sempre in lotta tra loro; un altro modo per considerare l’azione di queste
entità astratte può essere quella di vedere il caos in contrapposizione all’ordine o l’entropia e la
ricostruzione.
Anticamente, alcune divinità furono pensate per venire al mondo proprio per proteggere l’umanità dal
male. E’ stato così per Mitra che doveva contrastare Ariname e più recentemente per Gesù che doveva
combattere Satana, ma pur cambiando i nomi e le epoche, la sostanza non cambia.
A ben guardare, anche se si dichiara ateo, Dorian X non fa nulla di nuovo, in quanto ogni uomo ha dentro di
sé frammenti di conoscenze ancestrali che gli permettono di interiorizzare verità nascoste ed eventi che si
perdono nelle notti dei tempi.
Non serve a nulla volersi discostare dall’elemento trascendentale, il mistero della vita rimane tale per tutti
gli esseri senzienti che inevitabilmente cercano di darsi una risposta sulle loro origini ed il loro cammino.
La figura di una madre che dà alla luce un piccolo essere capace di opporsi al male ed eventualmente alla
morte dell’anima è qualcosa che dà speranza al mondo e che ricorre inn tutte le culture.
Il Dio dei sette raggi dai Caaldei è chiamato IAO e spesso Sabaoth come Colui che è sopra le sette orbite
(cieli e sfere), ossia il Demiurgo /Lydus, De mensibus, IV, 38-74; Movers pag.550; Dunlap, Saba, pag3.) non
ha dimora in questo mondo.
La vita arriva dallo spazio, è quindi normale rappresentare la “Natività” (intesa sia come nascita dell’uomo
che del Dio-uomo che come super-uomo che combatte il male) al di fuori del nostro pianeta.
La presenza di astronauti ed uomini in tuta spaziale nell’iconografia doriana rafforza l’idea della vita che si
diffonde nell’intero Universo, mentre l’aureola è il chiaro segno di un fascio di luce intorno alla testa che
significa conoscenze esoteriche superiori alle masse, ma anche l’appartenenza a dimensioni ultraterrene
che non necessariamente collocano il soggetto che porta questa “corona” nel regno della morte.
Esistono moltissime dimensioni a noi sconosciute che l’artista riesce ad esplorare per una sua sensibilità
particolare ed un intuito fuori del comune, anche se questo non significa che colui che illustra queste realtà
parallele sia pienamente conscio del loro significato profondo. La riprova di questo fatto sta proprio nella
convinzione dell’artista ateo di rappresentare soggetti assurdi che in realtà incarnano pienamente la
simbologia e la mitologia tradizionale.
A mio giudizio, è molto bello e democratico il gesto compiuto dagli astronauti nei confronti della Madre
Universale perché sono questi esseri che “incoronano” questa donna come colei che è in grado di cambiare
le sorti dei mondi dell’Universo e delle dimensioni ad essi disconnesse.
La presenza di esseri terrestri ed extraterrestri all’interno della stessa scena ci dona un messaggio di pace
universale e di fratellanza cosmica in un momento particolarmente difficile della storia degli uomini.
Le religioni dividono, ma la ricerca delle nostre origini e della verità accomuna gli uomini di buoni propositi
e di scienza.
Il telefonino sembra stonare un po’ con gli altri elementi raffigurati in questa natività, almeno come
impatto visivo ma, al pari delle religioni, è un protagonista del controllo mentale della nostra epoca ed
uno strumento del demonio che non poteva mancare in questo tipo di iconografia.
Auguro a tutti di trovare la vera essenza di se stessi in questi giorni dedicati alla riflessione ed all’amore
universale. Tony Graffio
Graffitiamilano.blogspot.it